Una relazione edita da 300 scienziati e presentata alla Casa Bianca in queste ultime settimane, esprime tutta la sua preoccupazione per le condizioni del clima negli Stati Uniti. L'ennesimo avvertimento al governo a ridurre le emissioni di gas serra causa delle mutazioni climatiche. Aumento dei livelli dei mari, aumento della temperatura media, aumento d'intensità della pioggia con conseguenti inondazioni, già in parte osservabili da qualche decina di anni.

Questo l'allegro quadro che la scienza preannuncia ai governi per i prossimi anni. E anche alle coscienze dei cittadini che pensano questo come l'ultimo dei loro problemi, alle prese tutti i giorni con la più quotidiana ricerca di risposte su economia e lavoro.

Barack Obama, lo scorso 23 giugno, annunciava "Un Piano Nazionale" per combattere le cause dei cambiamenti climatici, confidando addirittura anche in un effetto benefico sull'economia dalla lotta alle emissioni di gas serra nell'atmosfera. Proclami simili sono venuti non molto tempo fa anche da Pechino, con il governo che si è impegnato a ridurre del 30% le emissioni dalle maggiori industrie del Paese. Mentre l'Europa ha recentemente proposto per risolvere il problema il "pacchetto clima 20-20-20": aumento del 20% dell'efficienza energetica, riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, aumento del 20% delle energie rinnovabili, entro il 2020. Buoni propositi, ma fino ad oggi le risposte dei governi, americani, come degli altri governi del mondo, sono state davvero deboli.

Da Berlino ci fa sapere inoltre il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, che bisogna agire adesso, diversamente entro il 2100 le temperature medie del pianeta saliranno fra 3,7 e 4,8 gradi, chiave di salvezza il transito e quindi il passaggio all'energia pulita. Secondo un altro studio, pubblicato sul Geophysical Research Letters, l'Oceano si è alzato di circa 190mm tra il 1870 e il 2004, e nel solo corso di questo secolo si prevede un'ulteriore innalzamento da 55 a 200 cm.

Il sollevamento dei mari porterebbe all'invasione di diverse città costiere. Queste, secondo Discovery quelle maggiormente a rischio:

  • Miami. Nel corso del prossimo secolo potrebbe essere inghiottita dall'oceano. Esiste anche una simulazione a riguardo.
  • New Orleans. Già l'uragano Katrina, il 29 agosto del 2005 è stato un tragico monito, il Golfo del Messico potrebbe ricoprire un giorno la città.
  • La nostra romantica Venezia, labirinto di isolette nel mar Adriatico, Bangkok, Shanghai, la stessa New York.

  • Gli scenari catastrofici potrebbero coinvolgere anche interi Paesi, come il Bangladesh e i Paesi Bassi.

Quello che sembra un destino ormai segnato è quello delle Maldive, isole solo a 2,4 metri in superfice sull'oceano Indiano.