Lavorare all'Expo è diventato quasi impossibile e addirittura per coloro il cui posto se lo erano guadagnato è giunto ugualmente il licenziamento per "giusta" causa, dettato dalle autorizzazioni non rilasciate dalla questura.

In poche parole per lavorare all'Expo poco importa se hai la fedina penale pulita o se non hai carichi pendenti, una volta che l'azienda assume i suoi lavoratori è tenuta ad inviare alcuni dati, talvolta sensibili, alla questura mediante la piattaforma degli accrediti all'interno della quale si inseriscono i dati del candidato.

Ricevuti questi dati la questura dopo aver eseguito accurate indagini fornisce all'azienda un feed back positivo o negativo, il quale determina l'autorizzazione o la negazione del candidato a poter continuare la collaborazione con l'azienda, chiaramente se il pass non viene autorizzato la persona in oggetto viene licenziata senza ricevere spiegazioni.

Alcuni motivi per non autorizzare il pass

Tanti i giovani che si sono appellati negli ultimi giorni ai sindacati e agli uffici preposti del lavoro, al fine di segnalare quanto sta accadendo all'Expo, si tratta perlopiù di ragazzi che avendo sostenuto colloqui difficili prendendo parte ai corsi di formazione propedeutici all'inserimento, hanno ricevuto l'inaspettato esito negativo che li ha costretti a non ripresentarsi a lavoro senza una ragione specifica.

E' emerso che tra le cause possibili vi sia l'appartenenza, da parte di alcuni candidati, a centri sociali oppure a centri di volontariato o semplicemente l'adesione a cortei studenteschi, insomma dati di poco conto rispetto a quelli che possono essere determinati da una cattiva fedina penale.

Le segnalazioni raccolte per fortuna stanno sollevando un polverone che si spera possa fornire concrete soluzioni per questi giovani e per tanti altri lavoratori che si sono messi in gioco.

Persino il deputato Daniele Farina, ha segnalato questa anomalia al ministro dell'Interno per chiarire quali siano le misure di sicurezza messe in atto da Expo. Intanto ci si augura che quanto prima possano arrivare dei chiarimenti e delle soluzioni tali da consentire il reintegro delle risorse lasciate a casa senza motivazioni valide.