Dopo che la notizia dell’attacco hacker sferrato alla Jeep Cherokee, da parte di due esperti ingegneri informatici tramite il sistema di infotainment, si sono aperti nuovi scenari nell’ambito della sicurezza informatica. Unnuovo episodio avvenuto negli Stati Uniti torna a proporre il problema della vulnerabilità dei software utilizzati all’interno di nuove autovetture. In questo caso gli autori che hanno messo a segno un attacco di hacking etico, prendendo il controllo da remoto di una Tesla model S, sono Kevin Mahaffey direttore di Lookout e Marc Rogers ricercatore capo sulla sicurezza per Cloudflare.

La notizia è stata diffusa dal quotidiano Financial Times che ha raccontato il modo in cui i due esperti di sicurezza siano riusciti ad evidenziare ben sei punti deboli nel programma di gestione della Tesla model S. Difatti, la sessione di controllo remoto della autovettura americana è stata messa in atto a mo’ di sfida, poiché la Tesla pubblicizzava molto il fatto di possedere sistemi software all'avanguardia.

Gli hacker controllano le automobili

Cosa che, quindi, si è rivelata non esatta, perché durante questo esperimento, l’autovettura è stata completamente spenta mentre procedeva ad una velocità pari a circa 8 km orari, inoltre il tachimetro è stato manipolato, l’impianto audio disattivato, così come i display sono stati tutti spenti ed i vetri elettrici abbassati ed alzati.

Infine, il freno a mano elettrico è stato messo in funzione.

La prova poi è stata ripetuta ad una velocità più sostenuta, e bisogna dire che in questo caso la Tesla model S ha reagito garantendo la sicurezza dei passeggeri a bordo, infatti quando il computer di bordo è stato spento il cambio si è messo automaticamente in folle, dando all’autista la possibilità di accostarsi dolcemente in sicurezza al lato della strada.

L’azienda Tesla, visto l’esito del test, ha immediatamente sviluppato un aggiornamento software che risolve le falle nel sistema e che sarà inviato a tutti i possessori della model S in brevissimo tempo.