Conclusasi ieri l'ultima fase del piano di assunzioni, soddisfando le esigenze degli ultimi docenti ad attendere l'immissione in ruolo. Alcuni mesi fa si erano sollevate alcune polemiche in merito all'eventualità di dover trasferirsi, e in modo particolare, la possibilità aveva preoccupato i docenti sardi che sarebbero dovuti andare fuori dalla Sardegna, ragione maggiormente svantaggiata per caratteristiche territoriali. Ma com'è andata dunque? In base alle ultime rilevazioni dai Social e i primi commenti che abbiamo potuto leggere fin da ieri sera, pare che la fase c abbia permesso alla maggior parte degli insegnanti della Scuola sarda di restare nella propria isola, e che in numero inferiore a trenta non siano stati accontentati nella provincia inserita come prima scelta, ma vediamo il dettaglio.

Docenti sardi restano nell'Isola

Stando ai commenti pubblicati già a partire dalla serata di ieri dopo le 16:00, la maggior parte dei docenti dell'organico di potenziamento sono stati assegnati alla provincia di residenza, ovvero alla prima scelta, o anche alla seconda, in relazione alla corrispondenza tra classe/i di concorso/i per cui si concorreva e la disponibilità di posti. In linea generale pare che il piano del Governo abbia accontentato 'più o meno tutti', e anche i docenti sardi che tanto temevano di dover migrare al di fuori della propria Isola con costi ingenti per il trasferimento hanno ottenuto l'immissione in ruolo nella propria provincia di residenza, o comunque nella provincia di prima scelta; solo 27 non hanno ricevuto la proposta per la provincia scelta, ma sono stati assegnati sulla seconda o terza scelta (in Sardegna sono presenti quattro province).

E se proprio vogliamo mettere in evidenza quella che è una riflessione o anche solo una curiosità, si è, a tal proposito, parlato di 'supplenza sotto casa' e di 'docenti migranti' in netta contrapposizione. E quando è giunta la notizia dell'assunzione in fase C della moglie del premier Agnese Renzi che già aveva ottenuto 'una supplenza sotto casa', la curiosità maggiore è stata quella di conoscere la provincia a cui è stata assegnata da quel fantomatico algoritmo del Miur.

Ora si può anche parlare di 'ruolo sotto casa'. Ma non è andata così male, e se si dice che l'erba del vicino è sempre più verde, in relazione alle immissioni dei docenti sardi che potranno restare nell'Isola non è andata poi tanto male. I migrantini dell'Isola possono festeggiare l'immissione in ruolo nella loro terra o se vogliamo anche ironizzare, perché no, hanno ricevuto 'il ruolo sotto casa'.

Immissioni in ruolo in Sardegna, i numeri

Addio al docente migrante, dunque? Per molti insegnanti si può proprio dire di sì, e se guardiamo i numeri si può affermare che proprio in Sardegna le domande di assunzione in ruolo sono state in numero inferiore rispetto alla disponibilità disposta dal Ministero nella tabelle dell'organico di potenziamento e infatti 225 cattedre saranno coperte da docenti con residenza al di fuori dall'isola. Nel dettaglio sono state inoltrate al Miur 1.451 domande con rispettive assunzioni sulla propria provincia di residenza mentre 27 di questi sono stati immessi in ruolo in altra provincia ma sempre della Sardegna. I posti per le assunzioni in ruolo nell'Isola erano complessivamente 1.675 comprendendo la primaria e la secondaria di primo e secondo grado (posto comune e posto sul sostegno), motivo per cui quei poco più di duecento posti saranno assegnati a personale docente non sardo.

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